tartellette ai fichi e caprino
Miracolo n. 1: alla Coop sono comparsi dei fichi buoni. Non saranno mai come quelli dell’albero di papàrtemisia ma ci si accontenta.
Miracolo n. 1: alla Coop sono comparsi dei fichi buoni. Non saranno mai come quelli dell’albero di papàrtemisia ma ci si accontenta.
Non le avete mai mangiate le pesche ripiene? Ebbene, fatele oggi stesso, perché sono proprio squisite.
Ci sono cibi magici che hanno il potere di farci viaggiare indietro nel tempo.
C’era una volta, nel giardino del profondo nordest di mamma e papà artemisia, un bel nocciolo che produceva ogni anno una sostenuta quantità di frutti. Era un albero bassino ma orgoglioso, un po’ invadente ma di solido aspetto.
Stanno per iniziare le olimpiadi e in queste occasioni io e zoltar ci sentiamo sempre molto patriottici. La nostra preparazione atletica solitamente prevede grandi spaghettate al pomodoro e basilico seguite (o precedute, a caso) da indigestioni di mozzarelle origanate.
Buona la focaccia ripiena alle cipolle! Peccato che sia un po’ impegnativa per la digestione… E invece no: cercando un po’ in rete ho scoperto che se si sbollentano in acqua e latte prima di soffriggerle, le cipolle diventano più mansuete.
Grazie ai miei mugnai preferiti, Fausto e Fulvio del Mulino Marino, ho scoperto che la farina di farro è perfetta per fare le torte: vengono straordinariamente soffici.
La tahina è come il sushi (e l’avocado): solitamente la prima volta non ti piace. La seconda volta la sopporti. La terza la tolleri. La quarta inizia ad avere quel saporino… Se arrivi alla quinta, arrenditi: non ne potrai più fare a meno.
Il mio negozio preferito è a Torino e si chiama Melissa. Formalmente è un’erboristeria, in realtà è un universo parallelo che è inutile raccontare: bisogna visitarlo o quantomento fotografarlo in tutti i suoi angoli, come ho fatto io (prossimamente online su queste pagine).
Tra i cavalli di battaglia in cucina di mammartemisia, altrimenti detta La Lauretta, ci sono le penne alla Bisanzio.